Alzheimer Parte I:
domande e risposte

Con il termine demenza (deterioramento mentale) si intende una malattia che colpisce il cervello, caratterizzata da un progressivo deficit della memoria e delle altre funzioni cognitive tra cui il linguaggio, la prassia, l’orientamento spazio-temporale e le capacità logiche. A questi sintomi possono associarsi modificazioni del comportamento e della personalità.

I primi segni della malattia sono per lo più notati da un familiare e sono rappresentati generalmente da una difficoltà a ricordare informazioni utili, tanto da far fatica a portare a termine i compiti consueti o a ritrovare oggetti di uso quotidiano. La persona può apparire confusa ed avere comportamenti strani, presentando difficoltà nella valutazione delle situazioni.

Esistono varie forme di demenza tra cui:

  • la malattia di Alzhaimer

  • la demenza vascolare

  • la demenza associata al Parkinson.

Malattia di Alzhaimer

La malattia di Alzhaimer è una patologia progressiva degenerativa caratterizzata dal declino cognitivo, fisico e da comportamenti anormali. Oggi rappresenta il 50-80 % delle forme di demenza e la sua incidenza aumenta con il progredire della popolazione.

Quali sono i sintomi per riconoscere questa malattia?

In genere l’esordio della malattia si presenta con disturbi cognitivi che riguardano la memoria recente, la capacità di giudizio, l’orientamento spazio-temporale e problemi nel linguaggio. Seguono poi problematiche relative all’umore quali depressione, apatia e ansia.

Quali sono gli stadi della malattia?

Questa malattia può avere decorsi molto differenti, generalmente si manifesta lentamente e progressivamente. Esistono tre stadi:

  • stadio lieve: caratterizzato da alterazioni delle capacità cognitive, mentali e da sbalzi d’umore;

  • stadio moderato: c’è un peggioramento delle capacità cognitive soprattutto a livello spazio-temporale e insorgono i primi disturbi del comportamento;

  • stadio avanzato: le capacità cognitive in questo stadio sono gravemente compromesse come le funzioni corporali quali la deglutizione e la continenza.

Quali sono gli interventi non farmacologici che possono essere adottati per il malato?

Nella gestione del paziente con questa malattia sono utili gli approcci non farmacologici. Tali interventi sono le tecniche di riabilitazione cognitiva e neuromotoria, la terapia occupazionale, la musicoterapica e la pet therapy.

Tra le tecniche di riattivazione cognitive più conosciute c’è la R.O.T. (terapia di orientamento alla realtà) finalizzata a modificare i comportamenti scorretti, ridurre l’isolamento del soggetto e a rinforzare le informazioni del paziente rispetto alla propria identità, al contesto e alla propria storia.

Di questi approcci non farmacologici ne parlerò approfonditamente nel prossimo articolo.

Quali sono i servizi dedicati a questa malattia?

I pazienti con questa patologia possono usufruire di vari servizi :

  • Le Uva (Centro di Unità di Valutazione Alzheimer) che hanno il compito di diagnosticare e trattare in modo appropriato le varie forme di demenza.

  • CAD (Assistenza domiciliare) delle ASL o del Comune

  • Strutture semiresidenziali (Centri Diurni)

  • Strutture residenziali (RSA)

Si possono avere informazioni sui vari servizi del vostro territorio contattando Municipi e ASL di riferimento.

Nel prossimo articolo vi parlerò degli approcci psicologici a questa malattia.

Ora chiudo questa prima parte postandovi il trailer del film Still Alice del 2014, in cui alla protagonista Alice Howland all’età di 50 anni viene diagnosticata una forma presenile di Alzheimer di matrice genetica. Il film racconta come Alice affronta la malattia e il progressivo decadimento cognitivo.

Spero che questo film possa sensibilizzarvi maggiormente rispetto a questa problematica che da sempre mi ha appassionato e ho affrontato nella mia professione di psicologa.