#iorestoacasa… e combatto ansia e stress:
“Anziani e Caregiver”

Il caregiver è “colui che si prende cura”. Questo termine identifica tutti quei familiari che assistono un proprio caro, solitamente una persona anziana o con demenza, una categoria che costituisce la stragrande maggioranza degli assistiti in Italia.

Con il termine “demenza” (deterioramento mentale) si intende una malattia che colpisce il cervello, caratterizzata da un progressivo deficit della memoria e delle altre funzioni cognitive tra cui il linguaggio, la prassia, l’orientamento spazio-temporale e le capacità logiche. A questi sintomi possono associarsi modificazioni del comportamento e della personalità.

Nella maggior parte dei casi assistere persone anziane con tali patologie è particolarmente impegnativo e stressante. Trattandosi poi di un familiare, il legame affettivo può innescare nel caregiver una serie di emozioni forti e contrastanti; possono infatti nascere sensi di colpa, un dolore eccessivo, sentimenti di rabbia e solitudine. I momenti di difficoltà sono sempre in agguato e l’impegno di queste persone è talmente intenso che non mancano momenti di stanchezza fisica e mentale.

Le limitazioni imposte dalla situazione attuale e il maggior rischio di contagio da coronavirus per le persone anziane complicano ulteriormente la situazione, con la possibilità di provocare nei caregiver emozioni e pressioni ancora più forti.

Vi propongo perciò una serie di consigli pratici per voi e per i vostri familiari, da utilizzare in questo momento di emergenza.

Valutate se è necessario informare il vostro caro sulla reale situazione della pandemia

La prima cosa su cui ragionare è se sia davvero necessario informare una persona così vulnerabile sulla pandemia e sui rischi che possono correre in particolare gli anziani. Solo se i vostri cari sono realmente in grado di comprendere la situazione si può decidere di parlare loro apertamente, anche per rassicurali sui cambiamenti che le misure restrittive adottate stanno producendo sulle abitudini quotidiane. In caso contrario, se le problematiche cognitive sono avanzate, il rischio è solo quello di agitarli. Quindi, se avete deciso di parlargli, utilizzate frasi semplici e non troppo lunghe, parlate lentamente dando loro modo di rispondere.

Informatevi sulla patologia dei vostri cari

Cercate di apprendere il più possibile sulla patologia dei vostri cari. Conoscere quello per cui si deve lottare tutti i giorni è molto di aiuto per sviluppare le vostre capacità di adattamento. Sul mio blog potete trovare delle informazioni utili a riguardo (Alzheimer: parte 1, Alzheimer parte 2. Approcci psicologici: consigli pratici per familiari ed operatori)

Fate attività piacevoli con loro

Provate a trascorrere insieme le giornate in maniera piacevole, possibilmente con attività in grado di produrre stimoli sia dal punto di vista cognitivo che emotivo. Questa malattia danneggia la memoria, il linguaggio, la capacità di orientarsi, per questo è importante dedicare del tempo a queste attività.

La comunicazione non verbale è molto importante

La comunicazione non verbale è quella parte della comunicazione che comprende il linguaggio del corpo, ossia tutto quello che non diciamo a voce ma esprimiamo attraverso di esso. Con tali patologie è opportuno approcciarsi alla persona con calma e serenità, mostrando il vostro affetto sia nel linguaggio ma soprattutto con il vostro fare: un sorriso o un abbraccio a volte valgono più di mille parole.

Trovate dei momenti da dedicare a voi stessi

Non permettete che la malattia del vostro caro sia costantemente al centro della vostra attenzione quotidiana. Per mantenere un equilibrio interiore è necessario avere dei momenti da dedicare solo a voi stessi e ai vostri interessi.

Rispettatevi ed apprezzatevi

Cercate sempre di rispettarvi e apprezzarvi per quello che fate, state svolgendo un compito molto impegnativo. Riconoscere tutto ciò vi farà stare meglio.

“Prendersi cura di chi si ama è la più bella proiezione dell’amore” (Carmen Calabrò)